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Lui & Lei

Il desiderio pt1


di amalia_
27.02.2024    |    250    |    5 9.8
"Era così diversa e così uguale..."
PREFAZIONE (LUI)
Io e Monica eravamo amici da anni, mai stati nulla più di questo. Una di quelle amicizie che ti fa star bene, che ti consola quando hai un brutto momento, che ti rallegra il cuore quando ci pensi. Ci siamo conosciuti all'Università, non frequentavamo gli stessi corsi ma frequentavamo la stessa aula studio. Entrambi fidanzati da anni, capitava raramente anche che ci frequentassimo fuori l'Università con i nostri rispettivi partner.

La mia fidanzata la odiava follemente, non perché io avessi mai fatto apprezzamenti su di lei o ci fossimo mai scambiati messaggi equivoci, semplicemente perché non si sentiva alla sua altezza, anche se non c’era nessuna competizione… non solo non c'era davvero nulla di concreto tra me e Monica ma non c'era nemmeno il pensiero! Così decise di diventarle amica, si insinuò nel nostro rapporto e iniziò a frequentarla molto più spesso di me. Monica che accoglieva sempre chiunque nella sua vita fu felice di questa nuova amicizia e passava volentieri il tempo con entrambi senza far distinzione finché Claudia, la cui gelosia era cresciuta ancora di più conoscendo Monica da vicino, non le confessò ciò che realmente provava per lei, la sua infondata gelosia e l'irrazionale odio nei confronti del nostro rapporto.

Monica dapprima raffreddò i rapporti con me per non nuocere a nessuno, né a Claudia né alla nostra relazione, poi poco alla volta scomparve dalla vita di entrambi. Si allontanò in modo così silenzioso e cauto che non ebbi tempo di farmi due domande, la sua amicizia era già un ricordo lontano. Era diventata nei miei ricordi una comparsa del mio periodo universitario.

5 ANNI DOPO (LUI)
Una gelida giornata invernale, mi aggiravo triste e sconsolato per le vie di un meraviglioso borgo in provincia di Spello, avevo prenotato un B&B romantico per festeggiare il mio 7° anniversario con Claudia... peccato che io e Claudia ci eravamo lasciati due settimane prima, mi tradiva con il suo istruttore di kick boxe. Avevo deciso di recarmici da solo, rilassarmi, riflettere e trovare la serenità perduta. Erano quasi le 16, il cielo era terso e soffiava un forte vento freddo. Mi fermai in un bar per prendere un caffè prima di recarmi al check-in, vidi una meravigliosa donna seduta ad un tavolino esterno, aveva dei lunghi capelli mori che le si sparpagliavano sul viso ad ogni folata di vento, sembrava vagamente familiare ma non volevo fissarla quindi proseguì entrando nel bar e ordinai il mio caffè. Provavo una strana sensazione, un misto di nostalgia ed eccitazione, volevo voltarmi e tornare fuori, volevo spostare i capelli dal suo viso e fissarla negli occhi. Mentre ero assopito da questi pensieri sentì una mano posarsi sulla mia spalla, mi voltai con il cuore che batteva all'impazzata, era Monica.

Una marea di domande affollavano la mia testa, perché era lì in quel borgo sperduto così tanto lontano da Milano, perché era sola, dov'era stata tutti questi anni, era sempre stata così bella... mentre le domande si accavallavano nella mia mente io non riuscivo a parlare, rimasi con un sorriso ebete stampato in faccia e lei colse l'occasione per deridermi come le era sempre piaciuto fare. Era così spontanea. Ci sedemmo insieme per bere il caffè, mi calmai, parlammo di tutto quello che ci era successo in quegli anni, dell'Università, del lavoro, dei nostri successi e dei nostri fallimenti... era così diversa e così uguale. Stava per iniziare un nuovo importante lavoro ed era lì per passare un weekend da sola all'insegna del relax, non ero sorpreso, era proprio una cosa da lei prendersi qualche giorno libero lontano da tutto e tutti per stare un po’ offline e ricaricarsi.
Mi spiegò che quello era il suo borgo preferito e in passato aveva mostrato a Claudia le foto di un bellissimo B&B in cui sarebbe voluta andare col suo fidanzato ma non erano mai riusciti ad organizzarsi e poi si erano lasciati. Ed ecco perché Claudia aveva scelto questo posto, ecco come lo conosceva, ed ecco perché anche Monica era lì... tuttavia il tempismo era straordinario.

Lei parlava in modo fluente e disinvolto ed io ero perso nelle sue labbra, le sue grosse e morbide labbra, quanto avrei voluto succhiarle dolcemente. Gesticolava come sempre e il cappottino nero sbottonato lasciava intravedere, tra un movimento e l'altro, la bianca camicetta di seta che si adagiava morbida sui suoi seni. Ad un certo punto ricevette una telefonata e mentre era intenta a discutere si arrotolava una ciocca di capelli, arricciava il naso e si mordeva le labbra, una scena già vista in loop 5 anni prima mentre era davanti al suo pc a studiare, tuttavia questa volta aveva un effetto differente su di me, adesso mi sembrava così sensuale.

Ci dirigemmo insieme presso la struttura, dato che avevamo prenotato ovviamente lo stesso B&B, fatto il check-in ci salutammo con la promessa di non disturbarci a vicenda ma di risentirci una volta tornati a Milano per andare a bere qualcosa insieme.

QUALCHE ORA DOPO (LEI)
Il vento forte faceva tremare le finestre, la pioggia batteva forte sui vetri, il cielo nero era illuminato a sprazzi dai fulmini poi seguivano forti boati. Tutto così splendidamente rilassante, riempì la vasca idromassaggio e ordinai la cena in camera, non avevo alcuna intenzione di uscire con quel tempo. Chissà Alessandro cosa stava facendo solo nella sua camera. Mi sembrava più muscoloso, più possente, forse anche più alto. Quelle sua grandi mani, erano sempre state così grandi? Era diventato proprio un bell’uomo ed ero felice si fosse liberato di quel mostro di fidanzata che aveva, era così falsa.
Spalancai le tende dell’enorme finestra posizionata davanti la vasca, lasciai cadere l’accappatoio sul pavimento e rimasi qualche istante nuda davanti i vetri a godermi quello spettacolo della natura.

Una leggera brezza fredda riusciva a passare attraverso i vecchi infissi in legno, i miei capezzoli si fecero turgidi e sentì un brivido percorrermi tutta la schiena, mi immersi nell’acqua bollente e azionai l’idromassaggio. Il dolce movimento dell’acqua e l’odore dell’olio alla cannella stimolavano i miei sensi, ma c’era qualcos’altro che mi stimolava in basso, sentivo un piacevole formicolio tra le mie gambe e un pensiero fisso lo alimentava. Mentre continuavo a pensare a l’incontro di qualche ora prima, lasciai scivolare una mano nell’acqua fino a raggiungere il mio clitoride, lo presi tra le dita e lo strizzai, emisi un gemito. Ero stata così presa dal lavoro che erano mesi e mesi che non solo non mi scopavo qualcuno ma nemmeno mi toccavo. Quello era un bel momento per farlo e il pensiero di Alessandro era un bell’incentivo.

Ero completamente persa nella mia mente, muovevo freneticamente la mano tra le mie gambe, piegai la testa all’indietro e sollevai il bacino fuori dall’acqua, che sensazione stupenda, ero in estasi, con una mano mi masturbavo avidamente e con l’altra mi strizzavo i seni, sentivo pulsare ogni parte di me, stavo per venire … all’improvviso una voce femminile interruppe la mia estasi "OH! SCUSI SIGNORA" gridò la cameriera paonazza in viso, lasciando il vassoio sul pavimento davanti la porta e chiudendola in fretta dietro di se. Avevo dimenticato di aver prenotato la cena, il temporale era così forte che non l’avevo sentita bussare e lei mi aveva visto mentre mi masturbavo. “Dio che figura!” pensai rammaricata mentre l’imbarazzo cresceva. Mi sentivo il viso bollente, ancora ansimavo e sentivo la mia vagina pulsare di desiderio più forte di prima, i miei capezzoli erano diventati così duri che li sentivo tirare, quasi facevano male. Infilai nuovamente la mano nell’acqua.

qualcuno bussò alla porta, ero tentata di non aprire, avevo paura che la cameriera avesse dimenticato qualcosa e non avevo il coraggio di guardarla in faccia.
Presi coraggio e uscì dalla vasca, mi gettai addosso l’accappatoio e mi diressi verso la porta, presi un grande respirò e aprì. Era Alessandro con una bottiglia di vino in mano. Non ebbi il tempo di parlare che spinse la porta ed entrò. Lo interrogai con lo sguardo "non riuscivo a smettere di pensarti" disse, sorrisi non volendo ammettere che qualche istante prima mi stavo toccando pensando proprio a lui. "vuoi del vino? io si" continuò, io annuì e spostai la cena che era ancora sul pavimento. Mi porse il calice e si sedette sul letto, io ero fradicia, i capelli gocciolavano sul pavimento e avevo freddo, i capezzoli dritti sembravano due bottoncini posti sull’accappatoio. Ero rossa e tremante di eccitazione. Lui non sembrava far caso a nulla, era impaziente, agitato, si mordeva le labbra e si guardava intorno con fare nervoso. Aprì l’accappatoio e lo lasciai scivolare sul pavimento, lui rimase immobile ma qualcosa nei suoi pantaloni iniziò ad agitarsi, potevo vederlo. Mi avvicinai a lui e rimasi in piedi, mi avvolse le mani intorno ai fianchi e iniziò a baciarmi il ventre poi salì verso il seno e iniziò a succhiarmi i capezzoli mentre con le mani continuava a tirarmi a sé con forza. Mi strattonò e li caddi addosso, ero a cavalcioni su di lui che mi mordeva il seno, sentivo il suo cazzo farsi enorme premere sul mio pube, ogni volta che una parte di lui sfiorava il mio clitoride gemevo. In quel momento avrebbe potuto far di me qualsiasi cosa volesse, bramavo soltanto di essere scopata.

... [CONTINUA] ...

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